LA TENUTA DI SESTA

La proprietà ha un’estensione di circa 200 ettari di cui 30 sono coperti da vigneto: di questi 13,07 sono iscritti all’albo della D.O.C.G. per la produzione di vino Brunello di Montalcino, 7,4 ettari a quello del Rosso di Montalcino D.O.C. e 10,86 all’albo del S. Antimo D.O.C.. I terreni rimanenti sono principalmente coltivati a oliveto (45 ettari) e a seminativo (55 ettari), o ricoperti da vaste estensioni di bosco e macchia mediterranea.

 

 

 

 

 

LA FAMIGLIA

Dal 1995 l’azienda viene diretta da Giovanni Ciacci, che oggi è affiancato dai figli Andrea e Francesca nella conduzione commerciale e agronomica. Invecchiamento tradizionale in botti grandi di rovere e una gestione agronomica attenta ai cambiamenti climatici e alla tutela del territorio costituiscono per la famiglia Ciacci la migliore strategia per ottenere vini che esprimano al meglio il territorio ilcinese.

 


 

 




IL NOME

Di origine chiaramente romana, la parola “Sesta” deriva da una “sesta” pietra miliare presso cui sorgeva la Pieve di S. Maria in Sexta a margine di un’antica strada che univa Roselle a Chiusi, già in età etrusca fondamentale via di comunicazione; testimonianza ne sono i numerosi ritrovamenti archeologici lungo questo tracciato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE ORIGINI

La “Carta Aretina” già nel 714 annovera la Pieve di Sesta tra le parrocchie della diocesi di Chiusi, oggetto di disputa tra i vescovi di Arezzo e Siena nei secoli successivi. Non si conosce quanto sia durata l’attività di questa Pieve, ma è credibile che sia decaduta abbastanza presto in seguito al sorgere nella vicina Valle Starcia, circa alla fine dell’VIII secolo, dell’Abbazia di Sant’Antimo e al suo rapido espandersi; certamente anche tutto il territorio di Sesta passò allora in proprietà dell’Abbazia. La Tenuta di Sesta si formò in seguito all'espansione della Repubblica di Siena e alla decadenza e susseguente soppressione dell'abbazia di S.Antimo, nel 1462, ad opera del Pontefice Pio II (il senese Enea Silvio Piccolomini). Nel periodo dell'espansionismo senese Sesta divenne possesso della nobile famiglia Tolomei che qui fece edificare una cappella in onore di Santa Caterina da Siena. Nel 1850 la proprietà passò nelle mani dei fratelli Felice e Giovanni Ciacci di Castelnuovo dell’Abate. Le prime bottiglie di Brunello della Tenuta di Sesta sono state prodotte nel 1966, da Giuseppe Ciacci, padre dell’attuale proprietario Giovanni; allora si contavano solo 12 imbottigliatori ed è per questo motivo che la Tenuta di Sesta è ritenuta una delle aziende storiche del comprensorio ilcinese.

 

   

 

 

 

 



…IL VINO NASCE IN VINGNA…

Una gestione agronomica “moderna”, nuova rispetto al passato e che si adatta ai cambiamenti climatici avvenuti nel tempo si accompagna a un invecchiamento tradizionale del vino in botti di rovere di Slavonia per preservarne l’originalità.

In vigna: la nostra attenzione è rivolta ad ottenere uve che, a seconda delle caratteristiche fisiche e chimiche di ciascun vigneto, raggiungano sia una buona freschezza mediante un’oculata gestione della chioma fogliare intorno al grappolo sia concentrazione attraverso il diradamento dei grappoli in eccesso.

In cantina: è nostra convinzione che il sangiovese nel territorio di Montalcino abbia un gusto da preservare: l’uso di botti di rovere di Slavonia di capacità media di 30hl riesce a trasmettere al vino una qualità di aromi che non coprono il sapore unico del sangiovese grosso coltivato nel nostro comprensorio.